Il mio telefono è pieno di scrivanie.
Sono una collezionista di posti e aneddoti su come e dove nascono le idee, mi piace immaginarmi addosso routine che non sono la mia. Succede anche a te?
Ho pensato di condividere anche qui il meglio della mia ricerca e di usarlo come spunto per ragionare insieme su come abitiamo lo spazio e il tempo creativo, sia per lavoro che per passione. Vorrei anche ospitare i contributi di persone ospiti, ho già una lista di desideri da far diventare realtà.
Intanto partiamo con uno studio che puoi ammirare dal vivo.
La scrivania di Elsa Morante
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Via dell'Oca 27: dall'attico affacciato su Piazza del Popolo vede la luce buona parte della produzione letteraria di Elsa Morante destinata a confermarla come uno tra i più grandi scrittori novecenteschi.
La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma fa riemergere simbolicamente l'affascinante e segreta officina di scrittura dedicando all'autrice de La Storia una sala arredata con i mobili originari presenti nella sua abitazione definitiva donati nel 2015 da Carlo Cecchi: la scrivania; la macchina da scrivere con la quale fu redatta l'ultima stesura di Aracoeli; le librerie contenenti i suoi libri, di lettura e di studio, e la sua collezione di dischi; i ritratti della scrittrice ad opera di Carlo Levi e di Leonor Fini; i quadri dai vivaci colori del giovane pittore americano Bill Morrow, alcuni dei quali sono stati scelti dalla stessa Morante per le copertine delle sue opere.
La stanza, luogo onirico per eccellenza - metafora dell'inconscio -, rappresenta anche lo spazio attraverso cui si materializza l'accesso alla scrittura e all'opera creativa.
La stanza di Elsa è in esposizione permanente: l’ho vista anni fa e da allora non mi è mai più uscita dalla testa. È stata proprio questa scrivania a dare origine alla mia fissazione? Forse sì. Di sicuro è la prima tra quelle conservate tra le mie foto.
Adesso vorrei tornare alla Nazionale per ammirare anche quella di Italo Calvino.
Progetti che ho sbrinato
«Voglio ritrovare ispirazione e motivazione che mi mancano da un po’, voglio una nuova prospettiva sulla mia attività, voglio usare meglio il tempo, voglio divertirmi di nuovo a fare quello che faccio».
All’inizio ascolto, poi chiedo. Poi studio, preparo un questionario fatto di domande per mettere meglio a fuoco il problema iniziale, ma anche per andare oltre, illuminare o trovare altri lati. Quando ricevo le risposte, studio ancora.
Quando ci vediamo online succede il big bang, le altre idee mi arrivano come fulmini e trovo il modo migliore per andare dove bisogna andare, ma anche dove prima non si riusciva a immaginare. Poi mi prendo del tempo per preparare una mappa fatta di strategie, compiti e consigli per andare avanti in autonomia e sul lungo periodo.
Lo faccio solo con uno-due progetti/aziende al mese, perché ogni volta ci devo stare dentro con tutta la testa e tutto il corpo, devo dare tutto quello che ho, come se fossi un’atleta in gara.
Questa settimana ho consegnato il pdf strategico per riprogettare una newsletter di cui ero già fan, per farla spaccare ancora di più.
Adesso è il momento di iniziare a chiudere gli ultimi cantieri aperti, poi sarà tempo di rallentare per l’estate e ricaricarmi. E a settembre chi lo sa, potrei occuparmi anche di te.
Intanto conosciamoci, parliamone.
Momento promemoria: ci vediamo il 12?
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Non mi capita spesso di parlare dal vivo di comunicazione con colleghe e colleghi che stimo.
Mercoledì 12 giugno alle 18.30 succede proprio questo: presento un libro che mi è piaciuto molto insieme a persone che mi piacciono molto, in un incontro con pochi posti pensato per dare spazio anche a chi partecipa e magari conoscere anche persone nuove.
Sono rimasti gli ultimi posti, ci vediamo lì?
Compiti per la settimana
Da Tutto deve brillare. Vita e sogni di Moana Pozzi di Francesca Pellas:
«Siamo chi siamo, e chi siamo non se ne va: è lì da prima, ci protegge e ci dà una direzione. Il nostro compito è ascoltare quella voce, cercare di non tradire il suo fuoco. Moana questo fuoco da tenere vivo l’ha sempre avuto; spegnerlo con un’esistenza modesta, o anche solo normale, sarebbe stato un peccato. Non è possibile zittire la voce, per chi ha provato il desiderio di fuggire appena ha capito che il mondo è pieno di strade, per mare o per terra, e che le strade sono in grado di portarci via dal luogo in cui siamo nati. Il circo che passa e chiede di andare, le navi fantasma, una carovana o una motocicletta: ogni mezzo va bene, conta solo partire sulle tracce del nostro vero io».
Per quale avventura vorresti partire grazie al tuo progetto, alla tua attività o alla tua idea? Facci caso.
E adesso… titoli di coda.
Sono Valentina Aversano, project strategist che sbrina aziende e freelance e ti aiuta a comunicare meglio, senza andare in burnout. Mi trovi anche su Instagram e LinkedIn.
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Io non credo alla scrivania linda e sgrombra 🤓
La scrivania di Morante fa incantare. Grazie!