Ciao, questa è Posta creativa, una newsletter che ti dà appuntamento a Roma e condivide un po’ di suggerimenti per sbloccare la scrittura.
Andiamo.
Ci vediamo a Roma il 12 giugno
Quando ho letto Dire qualcosa non vuol dire avere qualcosa da dire mi sono ritrovata a pensare “Sì, è proprio così” a ogni pagina. È un ragionamento sulla comunicazione pieno di domande e di “dipende” di cui sottoscrivo tutto: non vedo l’ora di parlarne dal vivo con il suo autore
e con Giulia Nicoletti, altra professionista che ammiro moltissimo.Ci vediamo mercoledì 12 giugno alle 18.30 da Babù (a portata di metro Furio Camillo): ci sono pochi posti perché sarà un incontro piccolo e denso, approfittane al volo.
Come sblocchi la scrittura? Parliamone
Quali sono le abitudini e le routine creative che aiutano a sbloccare la scrittura?
Ecco un po’ di consigli che mi sono arrivati dalle persone che mi seguono su Instagram:
«quando sono bloccata immagino la mia lettrice ideale e le scrivo una lettera»
«io sto scoprendo il piacere di lavorare in piedi, mi cambia i pensieri»
«un modo che ho per cominciare a scrivere è trovare una traccia in quello che leggo o ascolto»
«smetto di riempirmi di contenuti e faccio un lavoro meccanico, tipo piegare il bucato»
«mi sposto dalla scrivania al pavimento o al divano e rileggo ad alta voce quanto ho scritto, da lì riparto sempre come un turbo. In alcuni casi continuo a scrivere sul telefono (più sono scomoda più funziona)»
«quando sono bloccata mi metto un timer di 5 minuti e mi do quello come obiettivo»
«io comincio a scrivere, anche cose sciocche, per evitare la pagina bianca che mi inquieta»
«rileggere un testo appena scritto nella vasca da bagno. Nata per caso, diventata abitudine»
Anche tu scrivi con i video della gente che studia in biblioteca?

Quando ho condiviso questa routine mi sono arrivate richieste di approfondimento, quindi ho indagato e questa persona mi ha detto: «Io cerco su YouTube “study with me”, ma la mia creator di riferimento è Merve, usa la tecnica del pomodoro, ovvero 50 minuti di studio e dieci di break».
Se la provi anche tu, poi mi dici che effetto ti fa?
Progetti che ho sbrinato
Sono reduce da quattro lezioni in compagnia della classe 2024 del master Il lavoro editoriale di Scuola del libro: abbiamo parlato di come allenarsi a trovare le idee e di come e dove usarle, di come vedere oltre la patina romantica del mondo culturale e muovercisi dentro con consapevolezza e di come non farsi consumare dalla comunicazione digitale.
Ho sperimentato un nuovo gioco per rompere il ghiaccio e presentarsi e un’esercitazione che ha fatto venire fuori dei lavori di gruppo pieni di spunti, freschezza e strategie interessanti. Sono molto contenta.
Come è già successo per il Master SEMA a Napoli, ogni volta che insegno, imparo.
Compiti per la settimana
Da E allora?, racconto della raccolta Piccoli miracoli e altri tradimenti di Valeria Parrella:
«Voi pensate che un uomo, una persona, insomma, si faccia in un giorno? Che quella persona sappia davvero dove si trova?
Non è più vero, invece, che con ciascun giorno che fa chiaro in terra aggiungiamo qualcosa all’idea che avevamo di noi? O che vi piombiamo dentro all’improvviso?»
Come è cambiata nel tempo l’identità del tuo progetto o della tua attività? Facci caso.
E adesso… titoli di coda.
Sono Valentina Aversano, project strategist che sbrina aziende e freelance e ti aiuta a comunicare meglio, senza andare in burnout. Mi trovi anche su Instagram e LinkedIn.
Posta creativa torna da te domenica 9 giugno e inauguriamo Scrivaniers: ti è piaciuta questa puntata? Usa il magico bottone qui sotto e porta in giro questo numero
Figo Vale! Spero di riuscire a venire il 12.
Ti condivido il metodo che consiglia Palahniuk, l’autore di Fight Club e altri capolavori: manda una lavatrice, imposta il timer e inizia scrivere dicendosi di farlo per il tempo del lavaggio. E alla fine, invece, si va sempre oltre e funziona!
A presto❄️
Vado a camminare. Se non riesco a scrivere, cammino. Se non riesco a lavorare, cammino. Se le relazioni sociali mi fanno impazzire, cammino.
Cammino sempre, vado a vedere i fiori o le onde. E porto con me carta e penna. Anche scrivere a mano aiuta.