Quanta paura fa tirare fuori un’idea dal cassetto? Tantissima.
Quando succede, però, è bellissimo: il coraggio di aver dato una forma a quello che hai immaginato per molto tempo, tra te e te, ti mette addosso un’adrenalina così elettrica che ti sembra di emettere scintille, ogni tua stretta di mano contiene una scossa.
Poi, quando l’idea è fuori, esiste, muove i suoi primi passi nel mondo, arriva il blocco.
Ogni volta che ti chiedi “Ma a chi interessa quello che ho da dire?”, ripensa a quel coraggio lì, quello del salto.
Pensa che quel coraggio è contagioso e ogni volta che ne mostri un pezzetto, ogni volta che racconti una piccola cosa di quello che fai, c’è un’altra persona, da qualche parte, che ti legge/guarda/ascolta e pensa Dai, allora ci posso provare anche io.
Ci sono molti motivi per realizzare un’idea o perseguire un obiettivo, quasi mai riusciamo a dirli ad alta voce in una stanza vuota, figuriamoci ad altre persone. I nostri perché ci assorbono così tanto da non farci vedere oltre il muro delle nostre piccole vite, quindi adesso prendo quella parete e ci scavo dentro una finestra, ti faccio guardare fuori.
Quello che facciamo e diciamo ogni giorno ha un impatto su quello che ci circonda, anche se non ce ne rendiamo sempre conto. A casa, al lavoro, per strada, online: abitare il mondo è gettare semi che non sappiamo se e quando germoglieranno; alcuni contengono cambiamenti culturali che a volte non basta una vita per veder succedere, sono cattedrali che costruiamo senza poterne vedere la fine. Però sono lì, sono fuori, sono tesori in attesa di altri occhi, altre orecchie, altre mani.
Magari quello che fai o vuoi fare non cambierà il mondo, magari sì o magari aiuterà anche solo una persona a darsi una spinta: l’unico modo che hai per smuovere quel blocco che ti senti addosso è raccontare. Raccontare tutti i giorni, un po’ alla volta, fino a quando non ti fa più paura.
Ci sono molti modi di superare una ritrosia, anche non superarla affatto. Io però credo nel fare e soprattutto nel non rimpiangere: se non ti dai un’occasione, chi la creerà per te?
La prossima volta che sentirai le mani irrigidirsi sulla tastiera o ti verrà voglia di buttare nel cestino quello che hai creato, chiediti: E se là fuori ci fosse chi ha bisogno esattamente di questo?
Esci, vai nel mondo, getta semi.
Ci vediamo in classe?
Come si raccontano i libri online? Dove si prendono le idee, come si fa a farle arrivare alle persone? E come si organizza il lavoro?
Rispondo a queste e a molte altre domande in un workshop sulla comunicazione digitale in arrivo per Scuola del libro a novembre, con quattro lezioni in diretta su Zoom.
Progetti che ho sbrinato
Tra i compiti che assegno nelle consulenze c’è il Diario del Cantiere: un quaderno o un’agenda su cui annotare tutto quello che riguarda il lavoro, l’idea o il progetto che stiamo sbrinando, per massimo cinque minuti al giorno, tutti i giorni.
È un esercizio di attenzione per imparare a osservare le giornate, allenarsi a riconoscere storie, ispirazioni, dietro le quinte e routine creative e rafforzare il punto di vista, per raccontarsi con una voce unica e non con la copia di mille riassunti.
Vuoi provarci anche tu? Documenta quello che fai, guardati da fuori, fissa l’adesso. Trasforma l’invisibile in qualcosa che le altre persone possano vedere, un pezzetto piccolissimo al giorno.
Compiti per la settimana
Da Ragioni per vivere di Amy Hempel, traduzione di Silvia Pareschi:
«Ho scritto lettere che sono un fiasco, ma ne ho scritte poche, credo, che sono una bugia. Cercare di arrivare a una persona significa ripetere continuamente la stessa domanda: sto dicendo la verità oppure no? Comincio questa lettera, dunque, seguendo la tradizione del selvaggio West. Che se non sbaglio dice: metti le carte in tavola».
Che storia vuoi raccontare del tuo progetto o della tua attività? Facci caso, poi scrivilo sul tuo quaderno.
E adesso… titoli di coda
Sono Valentina Aversano, sbrino aziende, progetti e freelance e non ti faccio andare in burnout.
Come posso aiutarti? Parliamone: rispondi a questa mail, raccontami tutto e organizzo una chiacchierata di 30 minuti per conoscerci e capire se sono la persona giusta per te.
Posta creativa torna da te domenica 13 ottobre: ti è piaciuta questa puntata? Girala a una persona che dovrebbe proprio scoprirla
Poche settimane fa, un mio semino è diventata una piantina. Oltre alla newsletter, scrivo lettere - quelle di un tempo - di solito per i compleanni dei miei cari. Bene, la mia nipote diciassette, prima di partire per un anno di studio in Francia, ha scritto una lettera per il compleanno di suo nonno. Voglio pensare che sia la piantina, frutto della mia semina. 🌱
che bella puntata, Valentina! parole da tenere strette ✨