Istruzioni per entrare nel mio piccolo mondo
e scoprire come funziono, cosa mi aiuta e cosa mi blocca
L’influenza mi ha portato via l’energia e la voglia di leggere e immaginare. La newsletter, così come la mia vita la scorsa settimana, si è fermata un giro. Poi, come tutte le cose, è passata anche questa.
Prima di riprendere a lavorare e immergermi nelle pazze scadenze di dicembre, sono andata a camminarci su, nel freddo di un lunedì mattina che mi sembrava il più lunedì di tutti. Quando mi sono seduta alla scrivania, la testa sfarfallava meno, ma le solite abitudini erano lontanissime, il mio piccolo mondo era tutto da ricostruire.
Allora ho ripreso i pezzi, ho ripetuto i gesti, e ho pensato: in questo piccolo mondo voglio far entrare anche te. Te lo voglio raccontare.
Paesaggio
La mia scrivania ha un ripiano di legno chiaro che si appoggia su due colonne di cassetti bianchi. Davanti a me ho una bacheca di sughero con il centro pieno di fogli che documentano le fasi del cantiere più grande in cui sono impegnata adesso, mi aiutano a non dimenticare le priorità. Ai lati ci sono illustrazioni, fotografie, disegni e post it che mi ricaricano lo sguardo e mi ricordano dove sto andando. Ho anche un quadro che considero un amuleto.
Se alzo la testa vedo un ripiano bianco con tre scomparti pieni di libri su scrittura, progetti, organizzazione del tempo e creatività: lì ci sono i miei maestri e le mie maestre, sempre a portata di mano.
Sulla scrivania provo a tenere pochi oggetti perché ho bisogno di spazi anche un po’ vuoti o mi distraggo: c’è una scatola bianca col coperchio piena di cartoleria, una vaschetta rosa con due portapenne, il timbro col fulmine, il rossetto per le call. Ho una tazza che non uso per bere, un fenicottero, una lampada e una ring light montata su una scatola di legno che un tempo conteneva cioccolatini.
E poi ho l’astuccio e i quaderni, tanti.
Routine
Ci sono giornate di studio e scrittura e giornate di riunioni e consulenze. Le prime iniziano con un bicchiere da birra media ripieno di acqua che ricarico a mano a mano che si svuota: più devo immaginare o ragionare, più devo bere.
Prima di partire a scrivere, che sia a mano o al pc, mi lego i capelli con un elastico viola: è un gesto che mi fa entrare nella modalità concentrazione insieme a playlist specifiche o lo stesso disco ascoltato ancora e ancora.
Per le call o le consulenze ho sempre accanto a me una molletta da bucato gialla, che spesso tengo in mano mentre faccio brainstorming creativi o strategici, mi aiuta a pensare meglio. Quando parlo mi siedo male sulla sedia, cambio posizione, non sto mai fermissima o mi si blocca il flow.
Che sia stata una giornata di scrittura o una di call, se la concludo camminando poi sto meglio, mi scarico e posso chiudere tutte le finestre mentali ancora aperte.
Cosa faccio quando sono bloccata
I cassetti della mia scrivania sono pieni di quaderni, riviste e soprattutto piccoli tesori: quando devo riavviare la testa parto da lì, ne apro uno a caso e vado dove mi porta. Mi aiuta leggere in inglese, sfogliare numeri di magazine anche molto datati e ritagliare o colorare.
Quando sono bloccata provo anche a: leggere e sottolineare un libro di studio, fare qualcosa di pratico in casa, smontare e riordinare ripiani o armadi e alleggerire la testa scrivendo liste su liste, poi ci pesco dentro una cosa facilissima, da portare a termine subito.
Dove trovo le idee
Tutto mi ispira, tutto mi accende, sono allenata a fare attenzione in automatico a quello che mi circonda, ad appuntarmi idee e domande, a cercare sempre spunti per imparare qualcosa che non conosco ancora.
Le persone, la vita quotidiana e i libri sono in assoluto i tre inneschi che funzionano di più con me e che mi rivoluzionano la testa. Per questo, per ricaricarmi, a volte devo disattivarmi: ridurre gli stimoli, prendermi del tempo solitario, smettere di farci caso. Poi posso ricominciare da capo.
Questo era un assaggio del mio piccolo mondo, il tuo com’è?
Se hai domande o curiosità, scrivimi e nelle prossime puntate, se vuoi, approfondisco volentieri cosa ti interessa di più.
Regala(ti) una sbrinatura per Natale
«Non riesco a parlare di quello che faccio»
«Voglio farmi conoscere, ma non so come»
«La mia comunicazione non mi diverte più»
«Vorrei ridare nuovo slancio alla mia attività»
«Dovrei essere più costante nel postare»
«Ho tante idee in testa, ma non riesco a metterle in pratica»
Se ti dici una o tutte queste frasi o le dice una persona a te cara, regalati o regalale per Natale un’ora di sbrinatura con me: definiamo di cosa è fatto il blocco di ghiaccio da sciogliere, lo osserviamo da tutti i lati e assegno dei compiti per iniziare subito a uscire dal congelamento.
Con 120 euro metti sotto l’albero un tempo per prenderti finalmente cura delle tue idee, della tua attività o dei tuoi progetti o per iniziare a sostenere in modo concreto quelli di chi ami.
Se poi desideri sciogliere al più presto tutto il tuo iceberg e regalarti un percorso di consulenza più intenso, parliamone.
Compiti per la settimana
Da Il corpo in cui sono nata di Guadalupe Nettel, traduzione di Federica Niola:
«Dovresti scrivere più seriamente, – mi suggeriva, dandosi arie da esperto. – Perché non scrivi un romanzo sulla tua vita?
– Ho tredici anni! Non mi è ancora successo niente.
– Scrivi su quello che ti sta succedendo adesso».
Dove sei adesso con la tua idea, il tuo progetto o la tua attività? Facci caso, poi scrivilo sul tuo quaderno.
E adesso… titoli di coda
Sono Valentina Aversano, sbrino aziende, progetti e freelance e non ti faccio andare in burnout.
Posta creativa torna da te giovedì prossimo, poi si ferma per le feste: ti è piaciuta questa puntata? Girala a una persona che dovrebbe proprio scoprirla
Grazie per aver aperto la porta! È stato super interessante (e di ispirazione) curiosare tra la tua scrivania, i tuoi cassetti e i tuoi processi. Comunque l’acqua nel bicchiere da birra media è un consiglione 💛