Le idee, una volta pensate, esistono
Cosa succede nello scarto tra la scintilla e il traguardo
In questo numero della newsletter: cosa succede alle idee che mi arrivano di notte, i compiti della settimana e gli ultimi posti liberi di gennaio per prenotare una chiacchierata conoscitiva e farti sbrinare da me.
E adesso prendi il quaderno, si va.
A volte di notte resto sveglia a pensare. È così che arrivano le lucciole.
Sono idee che si accendono nel buio, danzano davanti agli occhi spalancati a immaginare e immaginare e mi portano dove di giorno non riesco ad andare.
Sotto la luce i pensieri sono più razionali, gli vedo subito dentro le crepe, le buche, i difetti, invece di notte lo sguardo laser ha le batterie scariche, si arrende, riposa.
Le lucciole volano e volano, schiudono panorami grandiosi, audaci, spericolati, mi mettono addosso glitter di coraggio, mi dicono: Vai. E io vado, costruisco mondi velocissimi e mi addormento elettrica.
Le idee, una volta pensate, esistono: io le scrivo nei quaderni, sul telefono, ovunque. A volte mi sazia già solo averle immaginate, saperle come una possibilità che sta lì, per quando mi servirà; altre volte diventano un pungolo che mi dà il tormento e che mi chiede di diventare una mappa di passi da fare.

È lì che scatta il progetto, nello scarto tra la scintilla e il traguardo.
Innanzitutto decido: Voglio che questa idea diventi realtà perché (e mi dico il motivo ad alta voce, con sincerità, senza giudizi - non tutti i motivi sono nobili, profondi, instagrammabili: va benissimo così).
Poi stringo un patto con il tempo, la pazienza, le accelerazioni, le pause, le rincorse, gli imprevisti: anche quando mi maledirò per averlo iniziato, vorrò bene al mio progetto, vorrò bene a me.
E mi faccio una promessa: farò in modo di non essere mai l’ostacolo per la realizzazione della mia idea.
E poi basta così, felice e contenta, ricca e famosa? Certo che no.
Questo è solo l’inizio, lo zaino con gli elementi indispensabili per il mio viaggio. Poi mi tocca partire, iniziare davvero, scoprire tutto quello che c’è da scoprire.
Prima di accompagnare la mia idea nel mondo, fuori dalla testa e dal quaderno, mi fermo a immaginare un ostacolo dopo l’altro, ma poi mi ricordo le parole di un libro che amo molto e mi ripeto che qualsiasi cosa incontrerò sulla mia strada, non posso passarci sopra, non posso passarci sotto, posso solo passarci in mezzo.
Poi apro la porta e vado.
Compiti per la settimana
Da La mia ragazza su Marte di Deborah Willis, traduzione di Paola Del Zoppo:
«Quando Amber scrive, sempre in uno di quei quadernini Moleskine troppo costosi, di solito vuol dire che ha un segreto che a malapena riesce a trattenere. Per esempio, che ha comprato un biglietto di sola andata per la Bolivia con i nostri punti in comune della compagnia aerea, o che si è candidata per un lavoro in una caserma dei pompieri, o che ha mangiato lo spezzatino di maiale ogni giorno nella pausa pranzo anche se in quel periodo, in teoria, eravamo vegani e io mi sostentavo con burro di arachidi e gallette di riso».
Quando senti l’urgenza di raccontare qualcosa del tuo progetto, della tua idea o della tua attività? Dove sei, cosa succede in quei momenti? Facci caso, poi scrivilo sul tuo quaderno.
Chi sono e come posso sbrinarti
Sono Valentina Aversano, sbrino aziende, progetti e freelance e non ti faccio andare in burnout.
Come posso aiutarti? Parliamone: prenota uno degli ultimi posti per le chiacchierate conoscitive di gennaio.
Posta creativa torna da te giovedì prossimo: ti è piaciuta questa puntata? Girala a una persona che dovrebbe proprio scoprirla
"Stringo un patto con il tempo, la pazienza, le accelerazioni, le pause, le rincorse, gli imprevisti: anche quando mi maledirò per averlo iniziato, vorrò bene al mio progetto, vorrò bene a me". Uno dei miei numeri della newsletter preferiti, finora. Grazie 🤍
Leggerti stamattina mi ha ricordato che stanotte ho sognato (io i sogni non li ricordo quasi mai) una cosa buffa e svegliandomi mi sono detta: "Devo scriverla!" Mi sono presa subito un appunto, presto sarà su carta.