Previously on Posta Creativa: confessioni di una sbrinatrice
In questa puntata: esperimenti per trovare nuove idee, compiti della settimana e il calendario per prenotare una chiacchierata conoscitiva per farti sbrinare da me.
E adesso prendi il quaderno, si va.
A volte succede che devi innamorarti di nuovo di quello che fai. Vabbè, diciamo che vorresti almeno ricominciare a sentire un friccicore, un po’ di entusiasmo, una spinta, qualcosa.
Le giornate sono tutte uguali, velocissime. Le cose da ricordare, troppe. E poi le chat, le notifiche, lo scroll, gli screen, i desideri sepolti tra le note del telefono.
E ti dici: Domani.
Quando sei in modalità sopravvivenza, quando cerchi solo di portare a casa la giornata, è difficile trovare anche qualcosa di interessante per raccontare chi sei, cosa fai, dove vuoi andare. Eppure i fatti non sono spariti, sono gli occhi che non li registrano più.
La stanchezza fa scendere la nebbia, la testa è piena e vuota insieme, la voglia di immaginare tira fuori le foglie gialle, si accascia, avvizzisce.
Più affondi i piedi nel pantano di certe settimane, più ti sembra che tutto si muova tranne te. La tentazione di cercare una scorciatoia è fortissima: puoi fare come fanno tutti, puoi buttarti sul primo trend che passa, puoi mimetizzarti nell’ennesimo modello di Canva.
Io invece credo moltissimo nelle piccole azioni fuori contesto, nei momenti in cui faccio di proposito il contrario dello schema che sono abituata a seguire.
Ti faccio degli esempi.
Ho una playlist che si intitola Cantare in playback per strada eppure da mesi mi costringo a uscire senza gli auricolari, per ascoltare i rumori, le voci e fare più caso a un paesaggio cittadino che mi stavo abituando a considerare solo come lo sfondo di un video musicale interpretato da me.
Partecipo a un gruppo di lettura senza leggere il libro del mese, senza l’ansia di dover dire la mia, senza temere gli spoiler. Osservo, assorbo facce, ragionamenti, gusti e percorsi che non sono i miei.
Aggiungo sempre una frase in più alle veloci interazioni nei negozi, nel condominio, a scuola, per strada. Cerco di innescare conversazioni volanti, a volte solo per far sorridere o far girare un po’ di gentilezza extra, anche se sono una finta estroversa.
Sono tutte piccole scosse che mi riavviano il sistema e che funzionano moltissimo nei periodi in cui sento tremolare la fiammella del mio braciere olimpico interiore (sì, io quando penso alla mia creatività penso a qualcosa che non morirà mai, a patto di prendermene sempre cura).
È così che mi arriva l’ossigeno, è così che nascono nuovi appunti sui miei quaderni.
Cosa puoi sperimentare per riaccendere la scintilla di quello che fai?
Provaci, poi dimmi che effetto ti fa.
Compiti per la settimana
Da La più recondita memoria degli uomini di Mohamed Mbougar Sarr, traduzione di Alberto Bracci Testasecca:
«Mi riparavo dietro la letteratura come dietro un vetro o uno scudo e dall’altra parte c’era la vita, le sue corna, la sua violenza, i suoi colpi d’ariete allo stomaco. Invece bisognava scoprirsi e affrontare, prepararsi a incassare cazzotti e magari a renderli. Ci voleva un po’ di coraggio. Niente mercanteggiamenti, niente trucchi, niente accomodamenti, solo coraggio. Era il prezzo da pagare».
Qual è l’alibi che usi di più nel tuo progetto o nella tua attività? Facci caso, poi scrivilo sul tuo quaderno.
Chi sono e come posso sbrinarti
Sono Valentina Aversano, sbrino aziende, progetti e freelance e non ti faccio andare in burnout.
Come posso aiutarti? Parliamone: prenota una chiacchierata conoscitiva e raccontami tutto.
Posta creativa torna da te giovedì prossimo: ti è piaciuta questa puntata? Girala a una persona che dovrebbe proprio scoprirla
Fondiamo un club delle finte introverse e condividiamo i nostri trucchetti 💕
Leggerti mi fa scintillare ✨
(Io mi sento una finta introversa - Che belle le definizioni che ci diamo da sole perché ci ascoltiamo e che soprattutto cambiano nel tempo).