Se la mia creatività fosse un cassetto, se potessi aprirlo e guardarci dentro, troverei due oggetti: una spugna e una mappa.
Prima assorbo tutto quello che ho intorno, poi immagino e progetto una strada dove prima non c’era.
Il passaggio dallo stato A allo stato B succede sempre in un quaderno.
Ho un quaderno per raccogliere tesori, uno per imparare, uno per mettere a fuoco il mio lavoro, uno per le persone che incontro, uno per il club creativo, uno per monitorare i progetti che seguo, uno per la newsletter, uno per Instagram, uno per LinkedIn, uno per le consulenze, uno per prendermi cura di me.
La lista dei quaderni potrebbe continuare ancora e ancora, perché io ne ho uno per ogni ambito o quasi: ritagli, cose da fare, libri che ho letto, libri che voglio leggere, cantieri di ogni genere.
Decidere che in quelle pagine mi occuperò di un argomento specifico mi aiuta a concentrarmi, abbassa il rumore a tutto il resto. Posso stare in un quaderno per un’ora o per pochi minuti alla volta, ma quando sto lì non c’è altro, ci sono solo io in compagnia della mia testa: è come le dicessi Vai, corri, liberati, divertiamoci.
Il tempo che passo in un quaderno è un tempo sincero, in cui scrivo, cancello, traccio frecce, disegno male, e lo faccio senza pensare ai giudizi o a quello che va di moda.
Le idee nascono assorbendo una goccia alla volta, pianissimo, anche per anni, e si trasformano al rallentatore, anche se quando scelgono una forma mi sembra di vederle per la prima volta, all’improvviso.
Se scorro le pagine all’indietro, posso vedere i primi semi di quello che tengo tra le mani e che mi sembra arrivato così, già pronto, anche se è passato di stato in stato, di dubbi in illuminazioni.
Passiamo molto tempo nelle nostre teste a scrollare, rimuginare e accumulare bozze mentali di storie che non racconteremo mai. E se invece ci dessimo il permesso di portare fuori quello che resta dentro?
Ecco la tua stanza dei giochi: tieni, è fatta di carta, è solo tua.
Prendi una penna, una matita, un pennarello, quello che ti va. Abitala, scarabocchiala, vai dove di portano le mani.
Poi torna qui e dimmi che effetto ti fa.
Sempre sui quaderni
Progetti che sbrinerò
Come raccontare i libri online è un workshop di editoria che terrò per Scuola del libro a novembre, con quattro lezioni in diretta su Zoom.
È un percorso dal taglio molto pratico per darti tutti gli strumenti per impostare o migliorare il tuo approccio all’ideazione e alla produzione dei contenuti web, ma non solo: alla fine dei nostri incontri saprai come e dove ispirarti, a cosa prestare attenzione e come continuare ad aggiornarti.
Sarà l’unica occasione per stare in classe con me da qui alla fine del 2024: nella scorsa edizione ho sbrinato anche dei progetti personali, non vedo l’ora di scoprire cosa succederà stavolta.
Compiti per la settimana
Da La ragazza con la colomba di Sally Bayley, traduzione di Giada Diano:
«Tutto quello che so, viene dai libri. Tutto quello che ho scoperto, lo devo a Miss Marple e poi a Jane Eyre».
Chi sono i tuoi maestri e le tue maestre? Facci caso, poi scrivilo sul tuo quaderno.
E adesso… titoli di coda
Sono Valentina Aversano, sbrino aziende, progetti e freelance e non ti faccio andare in burnout.
Come posso aiutarti? Parliamone: rispondi a questa mail, raccontami tutto e organizzo una chiacchierata per conoscerci.
Posta creativa torna da te domenica 29 settembre e per il momento non ha ancora deciso di cosa parlerà: ti è piaciuta questa puntata? Girala a una persona che dovrebbe proprio scoprirla