Una figlia per amica: quando scrivere diventa prendersi sul serio
Quello che succede quando crei uno spazio che non c'era
Previously on Posta Creativa: Fungotropìa: quando una passione diventa un ponte
In questa puntata: dietro le quinte di Una figlia per amica, i compiti della settimana e come posso aiutarti a sbrinare la tua azienda, il tuo progetto o la tua attività da freelance.
E adesso prendi il quaderno, si va.
«Sono
, autrice della newsletter Una figlia per amica».La prima volta che Serena si presenta così, sente che qualcosa è cambiato. Non è solo una frase: è un modo nuovo di vedersi, di prendersi sul serio come non aveva mai fatto prima.
Quello che fino a poco fa era “scrivo da sempre e mi piace indagare il tema del rapporto madre-figlia” è diventato un’identità, un progetto con un nome, una voce riconoscibile.
Come ci è arrivata? Riavvolgiamo il nastro delle puntate precedenti, facciamo un passo indietro.
Nel percorso di Serena si mescolano Torino e Roma, studi di cinema e psicoanalisi, formazione in scrittura e storytelling, il lavoro di content writer: tutto ruota attorno alle storie, ma c'è un filo rosso che la attira più di ogni altro.
In tutto quello che legge, guarda, annota, Serena cerca le relazioni madri/figlie, reali e immaginarie. Le sue maestre si chiamano Elsa Morante, Amy Sherman-Palladino, Virginia Woolf, Carrie Bradshaw, Alba de Céspedes, Greta Gerwig: il suo telefono e i suoi diari sono pieni di appunti che aspettano solo l’occasione giusta per prendere forma.
C’è un’urgenza che la muove: costruire una stanza tutta per sé, per far incontrare letture, visioni, citazioni e scrittura autobiografica e dare vita a qualcosa di nuovo e unico. Uno spazio per lavorare sulla scrittura, ma anche per divertirsi e sperimentare.
Se la mia masterclass sulle newsletter di marzo 2023 le dà una prima spinta per dire ad alta voce di cosa vorrebbe scrivere, è il percorso di consulenza che iniziamo insieme qualche mese dopo, a settembre, a far diventare realtà la sua idea.
Dopo il questionario, la sbrinatura, i consigli per costruire in concreto la newsletter, c’è però un altro blocco da affrontare: la paura di Substack, in un rapporto complicato con la tecnologia che frena gli slanci di Serena e quasi la convince di non potercela fare.
Mancano gli ultimi metri prima del traguardo, Serena non può lasciare la scrittura nel cassetto, le serve ancora un aiuto: inizia a fare formazione con
e capisce come muoversi sulla piattaforma, come gestire con più sicurezza tutti gli aspetti tecnici. Non solo: Alice crea anche l’identità visiva di Una figlia per amica.A dicembre 2023 Serena fa il salto, il primo numero esce dal suo studio e arriva nelle caselle di posta. Da quel momento in poi, la sua scrittura sblocca livelli nuovi: nascono profonde amicizie creative, connessioni che non esistevano prima e che la portano a conoscere e presentare una delle sue scrittrici preferite, Nadia Terranova. Il libro che aveva nel cassetto inizia a prendere più ritmo. In un gruppo di lettura di quartiere, una signora legge ad alta voce una puntata della newsletter, l’ha stampata per farla ascoltare ad altre lettrici.
La trasformazione, qui, inizia dal definirsi: dire “sono l’autrice di Una figlia per amica” non è un’etichetta per darsi un tono editoriale, è un gesto di fiducia nel progetto, nella scrittura, nella creatività. Quello che sono è reale.
Una figlia per amica diventa un ecosistema creativo che continua a crescere. Non è più solo una newsletter, è il punto di partenza per tutto il resto, la prova che dare forma pubblica a un'ossessione privata può trasformare completamente il modo di lavorare.
Per me è la dimostrazione che aiutare una persona a trovare la propria voce significa anche aiutarla a scoprire chi è, chi può diventare.
Compiti per la settimana
Da Vestivamo alla marinara di Susanna Agnelli:
«Ho compiuto diciassette anni negli Stati Uniti, a Santa Barbara, California. Di tutti i luoghi del mondo, il più inaspettato. Camminavo su e giù lungo la spiaggia per ore e ore, guardando il cielo grigiastro, nuvoloso, da cui non pioveva mai. Sotto i miei piedi sentivo sgretolarsi le conchiglie e la sabbia. L’oceano, come lo chiamavano, era troppo freddo per poter fare il bagno. Camminavo e pensavo. Ero sola; forse per la prima volta nella mia vita».
C’è stata una prima volta importante per il tuo progetto o la tua attività? Facci caso, poi scrivilo sul tuo quaderno.
Chi sono e come posso sbrinarti
Sono Valentina Aversano, sbrino aziende, progetti e freelance e non ti faccio andare in burnout.
Come posso aiutarti:
sbrinatura per aziende: do una spinta creativa a te e al tuo team e ti aiuto a recuperare quella voglia di fare, di comunicare e di collaborare che si è spenta da un po’
sbrinatura per freelance: ti manca l’aria al solo pensiero di raccontare quello che fai? Ti aiuto a ristrutturare il tuo brand e a parlare davvero di te
l’idea fuori dal cassetto: quanti progetti continui ad accumulare nei quaderni? Finalmente posso aiutarti a farli diventare realtà
Clinica Sbrinante Substack con
: hai bisogno di una mano con la tua newsletter? Ci pensiamo noi con un percorso intensivo di consulenza e formazione per lanciare o rilanciare il tuo progetto di scritturasbrinatura rapida: hai un dubbio che ti blocca? Un'ora è tutto quello che serve per risolvere i tuoi ostacoli più urgenti
corsi e formazione personalizzata: porto le sbrinature anche in classe, nei miei corsi online e quando sono ospite di enti pubblici e privati, master e fondazioni
Qual è la sbrinatura giusta per te? Rispondi a questa mail e raccontami tutto.
Posta creativa torna da te giovedì prossimo: ti è piaciuta questa puntata? Girala a una persona che dovrebbe proprio scoprirla
Io sto qui che piango per quanto siete belle, a una a una e tutte insieme. Grazie per avermi evocato e grazie perché siete veramente un regalo nella vita di chi vi incontra
Ma che bella questa intervista con Serena Blasi! Si vede che riuscite a creare connessioni e intravedere le tracce di pensieri che diventeranno preziosi progetti di scrittura, e Serena lo ha reso bene con quella citazione di Virginia Woolf sul punto cieco che abbiamo dietro la testa e che soltanto altre persone possono aiutarci a vedere.