Previously on Posta Creativa: il Diario dei fulmini di febbraio
In questa puntata: cosa succede quando porti fuori le tue idee, i compiti della settimana e il calendario per prenotare una chiacchierata conoscitiva per farti sbrinare da me.
E adesso prendi il quaderno, si va.

Quante newsletter leggo ogni mese? Tantissime. Ho iniziato a scrivere e seguire newsletter nel 2016: sono diventate il mio posto preferito dopo l’era dorata dei blog (ciao Splinder). Mi piace scoprire e condividere progetti interessanti, non solo quelli che aiuto nel mio lavoro.
Un giorno ho aperto Notes di Substack e ho scritto: Progetti belli che non ho sbrinato io: Mattone di
(ecco il mio post). ha debuttato a gennaio, parla di scuola e lo fa dal punto di vista di una professoressa di Italiano, Storia e Geografia che insegna in un CPIA, un centro per la formazione degli adulti, in un corso serale e nella scuola del carcere della sua città. I suoi racconti sono un esercizio di comunità, mi hanno colpita subito e mi hanno fatto venire voglia di parlarne ad altre persone: ti invito a leggere la prima e la seconda puntata.Quel giorno su Notes Sara mi ha risposto così:
Valentina! Qui siamo di fronte a una mirabile esplosione di connessioni magiche, perché - in realtà - il mio progetto l'hai sbrinato eccome, senza saperlo, con la tua “Posta creativa” 💛
Tant'è che nelle note del mio telefono stava prendendo forma proprio questa mattina un messaggio di ringraziamento per te (che riceverai presto).
Quindi, insomma, che bello leggere la tua frase: mi sono emozionata.
La mia reazione? Mi sono commossa.
Poi ieri ho ricevuto la lettera di Sara e la condivido con il suo permesso:
Cara Valentina,
come stai?
Qualche tempo fa ti ho promesso una letterina di ringraziamento per tutto lo sbrinare inconsapevole che mi hai regalato.
Arrivo nella tua posta con un certo ritardo, lo so, ma spero che potrai perdonarmi.
Ti leggo da quando la tua newsletter profumava di basilico, e continuo a farlo, guardando con meraviglia alla semplicità con cui intrecci storie che sono sempre radicate nel mondo, ma anche un po' magiche.
Ricevo le tue parole con entusiasmo: più di una volta mi hanno fatto compagnia nelle fasi di creatività e mi hanno dato un pizzicotto sulla guancia nei momenti di confusione.
Il primo settembre ho aperto La creatività è una maratona. Era da mesi che rimuginavo su un nuovo progetto, e tu mi hai detto: "invece tu sai che devi fare? Un respirone.". Allora ho respirato, ho riletto la tua puntata finché non mi sono sentita pronta, e poi ho iniziato a mettere le cose in moto. Da quel giorno, quando arriva la tua "Posta Creativa", festeggio, perché so che ogni volta finirà per sciogliere un altro mucchietto di brina.
Grazie.
Un abbraccio,
Sara
Ero lì che pensavo ai ritardi accumulati in una settimana di malanni, alla puntata ancora da scrivere, a quell’impotenza che mi prende quando sento che il mondo, le notizie, le giornate, tutto è troppo e io so che potrò solo provare a svuotare il mare con il cucchiaio, quando queste parole mi hanno spalancato una finestra dentro (e sì, mi sono commossa di nuovo).
Scrivere serve, portare fuori un’idea serve. Tutto quel tempo, sudore, esperimenti: ne vale la pena. Certo, ci vogliono pazienza e senso di responsabilità verso di te e la tua idea, ma ci vuole anche quel pizzico di coraggio che ti fa parlare di quello a cui tieni, mentre intorno a te si fa altro, si insegue altro. Devi poter credere nel tuo piccolo spazio.
È così che i nostri semi germogliano anche in altri giardini, quasi sempre a nostra insaputa: poterlo scoprire è un grande onore, dà un’emozione che non so descrivere e che voglio conservare per le giornate no.
Chi o cosa puoi ringraziare per quello che fai, per quello che scopri? Diglielo: manda quella mail, quel messaggio, fai quella telefonata. Mettiamo in circolo parole che nutrono in questi giorni scurissimi.
Compiti per la settimana
Da Ogni singola assenza di Elisabetta Mongardi:
«Conservava ogni tipo di oggetti: fiori seccati, soprammobili, sassi e conchiglie, bottiglie di liquori stappate un tempo per festeggiare ricorrenze di cui nessuno aveva più memoria, stoviglie inutilizzabili, agende di anni trascorsi, nastri e lacci, ciocche di capelli raccolti dalle teste delle zie, amiche e cugine e ammassate in un portagioie color confetto. Privati dei loro proprietari, gli oggetti erano un museo sconclusionato».
Se ti chiedessi di immaginare una mostra sul tuo progetto o la tua attività, quali oggetti sceglieresti? Per raccontare cosa? Facci caso, poi scrivilo sul tuo quaderno.
Chi sono e come posso sbrinarti
Sono Valentina Aversano, sbrino aziende, progetti e freelance e non ti faccio andare in burnout.
Come posso aiutarti? Parliamone: prenota una chiacchierata conoscitiva e raccontami tutto.
Posta creativa torna da te giovedì prossimo: ti è piaciuta questa puntata? Girala a una persona che dovrebbe proprio scoprirla
è una meraviglia condivisa. e ogni grazie è meritato. e mentre ti leggevo pensavo che ogni tanto dovremmo ricordarci di ringraziare anche noi stesse. ogni volta che non ci arrendiamo, ogni volta che ci crediamo. ogni volta che esce qualcosa di nostro che parla anche agli altri.
Grande ispirazione, questa settimana 💕